27 marzo: lettera aperta al professor Conte. La fondazione ideologica del Movimento

LETTERA APERTA DI UN “LAVORATORE NON NECESSARIO” AL PROFESSOR CONTE:

GRADITA LA CONDIVISIONE

Caro Professor Conte, Presidente del Consiglio

Mi chiamo Gigi Morello e lei sicuramente non mi conoscerà. Infatti sono una di quelle persone alle quali lei si riferisce costantemente nei suoi discorsi quali “Lavoratori non necessari”.

E’ un po’ che glielo sento dire e dopo il suo discorso di mercoledì 25 marzo dove lo ha ripetuto ancora una volta ho deciso di parlare.

E’ ho deciso di farlo per quello che è il mio stile, senza insulti o prese in giro come quelli che vedo circolare sui social, perché penso di parlare a nome di molti cittadini italiani nella mia stessa condizione, e nonostante la mia non avvocatura penso di non parlare a vanvera.

E non intendo nemmeno parlare di come io risolverei con certezza il problema del Coronavirus perché penso di non saperlo perfettamente, così come penso che non lo sappia nemmeno lei.

Ma su una cosa sono certo, non è ignorando i bisogni fondamentali di milioni di Italiani in virtù di una chiusura totale di tutto, che è naturalmente una soluzione abbastanza scontata, che lei fa il suo dovere nei confronti del paese che rappresenta.

Personalmente non sono più interessato a sentire discorsi di decine di minuti dove la maggior parte di queste rappresenta semplicemente una giustificazione dell’avere fatto il meglio che poteva fare, così che nessuno possa darle la colpa di non avere fatto abbastanza.

Lei forse sta guardando al problema con l’ottica di qualcuno che qualsiasi cosa succederà continuerà a ricevere il suo stipendio, e come lei tutte le persone che in qualche modo riceveranno uno stipendio.

Ma io come milioni di altri Italiani non sono tra questi.

La vera sfida in questa crisi non è il solo contenimento del contagio e la cura dei Malati di Coronavirus, è il mantenimento dell’economia.

Perché l’economia significa che le risorse per esistere devono essere create, e non sempre c’è la mamma che da la paghetta.

Il paese non è un pozzo senza fondo che permette a tutti una cassa integrazione o di ricevere un sussidio.

Non è possibile contare sul fatto che alcuni possano perdere ed altri invece abbiano la garanzia di avere, qualsiasi cosa succeda.

Non è sufficiente parlare con i sindacati di qualche categoria numerosa, lei dovrebbe sentire il parere di tutti i lavoratori italiani, anche di coloro che vengono considerati “non necessari” e che pertanto ora non possono lavorare come fossero inutili.

Lei non sta dando alcuna soluzione affinché anche coloro che non hanno uno stipendio da dipendente possano sopravvivere, tutte le persone che come me se non si alzano la mattina per andare a lavorare non possono pagare l’affitto e le bollette, quelli che non si possono permettere di mettersi in mutua perché non ce l’hanno, quelli che si sono inventati dei lavori non considerati “necessari”. 

Gli artisti come me ad esempio. 

E’ facile vederla dal punto di vista di uno stipendiato, ma gli stipendi vengono pagati fino a quando l’economia lo consente, dopodiché non ci saranno i soldi per pagare le casse integrazioni, i vitalizi agli intoccabili, fino a non consentire gli stipendi per l’ordine pubblico.

Allora sarà il caos.

Ora se un lavoro in tempo di crisi viene considerato “non necessario” questo non vuole dire che sia lecito abbandonare ad arrangiarsi milioni di persone che non essendo direttamente agganciati a delle garanzie si trovano ora senza la possibilità di lavorare e portare a casa il pane.

Ma una soluzione ci sarebbe.

E io non sono qui a chiederle di stanziare ulteriori fondi che non esistono.

Lei dovrebbe inventare nuovi lavori produttivi.

E’ un suo problema come Presidente del Consiglio.

Deve dare la possibilità a queste risorse umane, persone che non possono lavorare ma che possono essere inserite in nuovi settori produttivi, magari anche per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. 

Non penso sia impossibile per persone in grado di studiare e di applicare i dati studiati ricevere un tutoring specifico anche on line che non duri mesi, e poi andare ad aiutare sul campo, affiancando il personale paramedico, o le forze dell’ordine, o i servizi per gli anziani dimenticati negli ospizi o che non possono recarsi a fare la spesa.

Oppure investire in lavori che permettano ai “non necessari” di lavorare da casa affinché possano diventare necessari alla società anche in questo momento.

Ma potere lavorare per garantirsi una vita decente è un diritto di ogni essere umano. La ricerca della felicità come dicono gli americani.

La Costituzione è superiore alle leggi.

La Costituzione Italiana nella sua enunciazione dice che “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.

Il fatto che lei debba fronteggiare un’emergenza epidemica non esula dal fatto che DEVE permettere che le persone possano lavorare.

Quello è il fattore primario su cui si basa la nostra Repubblica.

Grazie per avermi ascoltato.

A TUTTI I LAVORATORI “NON NECESSARI” UNIAMOCI PER RAPPRESENTARE UN FRONTE UNITO DI MIGLIAIA DI PERSONE CHE DEVONO POTERSI FAR SENTIRE.
E’ PREGATA LA CONDIVISIONE E L’INVITO AL GRUPPO

https://www.facebook.com/groups/1855556047914504/members/

Questo è un gruppo per fare sentire la presenza dei “lavoratori non necessari” come ci chiama Conte.
Se a nessuno importa se scioperi oppure no, se nessuno e niente oltre il tuo lavoro garantisce la tua sopravvivenza, unisciti a questo gruppo.
Dobbiamo raggiungere migliaia di persone per fare valere il nostro diritto di potere lavorare.
Non esiste altra via.
Con un abbraccio.
G

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